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CONCORSO “IL DIRITTO CHE VORREI”

L’Istituto Comprensivo Polo Uno Taurisano ha preso parte al Concorso “IL DIRITTO CHE VORREI”  indetto dall’Istituto d’Istruzione Superiore “R. L. Montalcini” di Casarano. La tematica oggetto del concorso, Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ha generato una partecipazione attiva e motivata degli alunni consentendo a tre dei numerosi partecipanti di conseguire un meritato riconoscimento. La premiazione ufficiale si è svolta nella serata del 25 ottobre 2019 in occasione della “Notte bianca nazionale del liceo economico sociale”; all’evento ha preso parte la Dirigente M. A. Baglivo per sostenere gli alunni durante questa prestigiosa premiazione.

Di seguito sono riportati i nomi dei vincitori e la categoria in cui si sono classificati:

-Di Seclì Rita (classe III G): 3° classificata sezione NARRATIVA/ TESTO ARGOMENTATIVO;

-Rizzello Eleonora (classe III D): 2° classificata sezione IMMAGINE;

- Rizzello Chiara (classe II D): 1° classificata sezione NARRATIVA/ TESTO POETICO.


SCONFIGGERE LA POVERTA’

 

C’è chi piange per l’acqua troppo fredda

e c’è chi piange perché acqua non ne ha.

C’è chi piange per una nota sul quaderno

e c’è chi piange perché a scuola non ci va.

C’è chi piange perché la pasta non gli piace

e c’è chi piange perché pasta non ne ha.

C’è chi piange perle scarpe firmate

e c’è chi piange perché scarpe non ne ha.

C’è chi piange per l’amico speciale

e c’è chi piange perché di amici non ne ha.

C’è chi piange perché la vita gli sembra ingiusta

e c’è chi non ha più neanche le lacrime.

                                                           

                                                                 RIZZELLO CHIARA


                                                              RIZZELLO ELEONORA


 Come mio fratello

Carl è un ragazzino di 14 anni che vive negli Stati Uniti, più precisamente in California. Si sveglia più o meno alle 9 del mattino, poco dopo entra a scuola, dove arriva con la sua bellissima auto. Beh, entra a scuola, mette le sue cose nell’armadietto e va a seguire le lezioni.

C’è anche la sua pausa merenda: mangia uno squisito pezzo di torta alle fragole. Quando torna a casa, mangia insieme alla sua famiglia, molto spesso in ristoranti costosi. Oggi, per esempio, mangia in un ristorante costoso e famoso della sua immensa città. Sicuramente lo avete intuito, arriva a questo ristorante con la sua costosissima auto e con essa se ne torna a casa. Poi fa i compiti. Beh, si scoccia a farli, ma comunque vanno fatti e poi va a dormire.

Ricomincia ogni volta così la sua giornata. Più o meno la giornata della maggior parte dei quattordicenni negli Stati Uniti, o comunque in tanti altri post.

Comunque basta parlare di Carl. Io sono Amir. Ho 11 anni e vivo, cioè vivevo, più o meno dall’altra parte del mondo, in Africa, precisamente in Guinea.

La mia vita è molto diversa da quella di Carl. Io mi sveglio ogni giorno alle sei nel mio capannone, dove dormiamo io, mia mamma e i miei fratelli. Io sono il più piccolo, ma mi do da fare come loro, l’ho sempre fatto. Insomma, mi alzo alle sei, aiuto i miei fratelli e sto un po’ con mia sorella Ainka, perché purtroppo presto non la vedrò più, si sposerà con un uomo molto più grande di lei, sembra un vecchio e poi, mi sembra davvero cattivo.

Vado a scuola, ma è molto diversa da quella di Carl. Io ci arrivo dopo qualche chilometro a piedi, insomma, non dico troppi, non sono uno che si lamenta, ma inizialmente quando arrivavo mi facevano un po’ male le gambe.

Arrivo a scuola e ci sono molti altri bambini, imparo molte cose e mi piace tanto. Ci sediamo a terra o qualche volta su degli sgabelli e ascoltiamo.

Quando torno a casa, mangio un po’ di mais bianco che mi basta per affrontare l’intera giornata. Poi aiuto di nuovo i miei fratelloni e vado a dormire. Questo è quello che faccio di solito, cioè quello che facevo…

Dopo un po’ le cose sono cambiate: mia sorella se n’è andata e mio fratello maggiore si è ammalato ed è volato via. Era lui che lavorava di più, quindi sono iniziati un po’ di problemi. Non sono il tipo che si lamenta eh, però diciamo che il cibo e l’acqua erano sempre di meno. Così mi sono ammalato anch’io.

E come mio fratello sono volato via.

Insomma, non sono uno che si lamenta eh…

Da quando sono volato via, vedo il mondo da un punto di vista diverso rispetto a prima.

Di Seclì Rita

 

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